martedì 12 gennaio 2016

Firenze - Rachele Cavalli, regina del mondo elegante. Savoir faire compassato, aplomb, la sobria eleganza dello understatement.



Da Blog mamma (sì, c'è scritto Blog mamma).

Rachele Cavalli
Fin da bambina si è accostata alla moda con naturalezza...
Da suo padre ha ereditato la creatività istintiva ed immediata, l'amore per il colore ed il gusto per la sperimentazione. Ama la cura per il dettaglio e la manualità che sono nel DNA stesso della Maison Cavalli.
E' madre di tre bellissime bambine. Grande appassionata e collezionista: di orologi, interesse che condivide con il padre, e di gioielli antichi, predilezione tutta femminile ereditata da sua madre.

Fin qui le ciarle pubblicitarie, per giunta gabellate come impegno per una buona causa.
Poi uno apre una gazzetta qualunque e viene a sapere che la madre di tre bellissime bambine alle una e mezzo d'orologio di una notte qualsiasi avrebbe mostrato il proprio amore per la manualità cercando di sfuggire ad una pattuglia della gendarmeria e passando col rosso a tre semafori consecutivi; una volta fermata avrebbe anche dato prova di istinto creativo ed immediato sperimentando con gusto espressioni se non colorate certamente colorite all'indirizzo dei gendarmi.
I gendarmi non vestono in modo particolarmente impresentabile ma è probabile che alcuni abbinamenti di colore abbiano punzecchiato lo squisito senso estetico della loro interlocutrice. In ogni caso hanno gradito poco gli insulti pret-à-porter messi in collezione da quella donna e invece di profondersi in scuse e di riaccompagnarla al cocktail l'hanno portata nei loro uffici come una corpivendola qualsiasi.
Qui è venuto fuori che Rachele Cavalli, dopo essersi ridotta come una extracomunitaria nordameriKKKana a furia di consumare alcolici, aveva curato nel dettaglio una serie di infrazioni stradali di quelle che le leggi in vigore sanzionano con una tale puntigliosa stronzerìa da drenare per mesi e mesi le tasche di chi si azzardi a combinarne anche solo mezza e da impedirgli di fatto di condurre una vita lavorativa degna di questo nome e della relativa retribuzione.
Nel complesso davvero un brutto pasticcio, anche per un'economia domestica che può ben tollerare reiterati casi di amministrazione tanto pindarica.
Che non è certo la situazione che contraddistingue le società normali.
Nelle società normali si potrebbe dunque ipotizzare una conclusione costruttiva, dando innanzitutto per assodato che le tre splendide bambine siano figlie dello stesso padre.
Immaginiamo dunque un bonus pater familias che, forte della assennata e responsabile condotta impostagli dalle quotidiane incombenze, interviene usando della propria autorevolezza, della propria austerità e del proprio inflessibile rigore per ricondurre l'esuberanza di un elemento del genere su binari più consoni alle sue condizioni e alle sue responsabilità.
Invece.
Siccome il contesto in cui si muove ed in cui vive gente come questa in ogni modo può essere definito tranne che normale (a cominciare dalla disponibilità economica e dai comportamenti di spesa) si viene a sapere che il marito di costei è l'ineffabile Joseph Danilo Iacoviello, delle cui frequentazioni si occupò a suo tempo l'astioso ed iconoclasta Miguel Martinez.
Resistenza e oltraggio, anche per lui.
Il tutto sotto gli occhi di un non meglio precisato "avvocato difensore della donna", presumibilmente scapicollatosi in fretta e furia dal proprio letto dopo una allarmata ed incespicante telefonata notturna...

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