giovedì 17 luglio 2014

"...Rimettiamoci la maglia, i tempi stanno per cambiare..."


Ci si era ripromessi di non affrontare più il fenomeno "femmine svestite nelle piazze e sulle barricate"; tuttavia il declino di questo modo di produrre contenuti mediatici è stato molto rapido e ha presentato qualche episodio su cui è piacevole infierire, come quello di cui qui si riferisce.
L'idea che epidermide esposta e furore rivoluzionario fossero la stessa cosa è stata gazzettisticamente pervasiva al punto che per un po' ha attirato anche l'attenzione di un certo numero di persone serie. Anche tra le persone serie sono stati in diversi a rimanere ingannati da quello che veniva presentato come "lotta politica" mentre altro non era che produzione mediatica, secondo una prassi identica a quella che presenta gli sfruttati sul lavoro come "imprenditori di se stessi".
L'intromissione di queste professioniste prescindeva sistematicamente dal contesto e dall'opinione dei presenti, cosa che in contesti normali espone a reazioni poco composte: purtroppo la loro cacciata violenta dalle manifestazioni e dalle piazze si è verificata in un numero di casi relativamente basso.
Il "paese" dove mangiano spaghetti non ha presentato particolari difficoltà per le operatrici del settore; si è trattato di un palco oscenico come un altro e la sua vita pubblica caratterizzata da abiezione, pressappochismo, incultura, malafede ed intenti puramente criminali ha influito soltanto sulla scelta del set. Di conseguenza si sono viste giovani donne con poca roba addosso e dalla dubbia integrità morale esibirsi per il "metodo Stamina".

All'inizio di luglio 2014 Un trafiletto che ha fatto il giro del mainstream rafforzava le perentorie conclusioni che era piacevole dovere trarre su un certo fenomeno sin dal suo primissimo manifestarsi.
Una ex poco vestita di nazionalità tunisina, cui l'esposizione mediatica non aveva evidentemente portato i vantaggi sperati, ha “denunciato” che a Parigi le sarebbe stato fatto questo e quest’altro.
Colpa dell'islàmme, capacissimo di tutto.
La non-notizia ci ha immediatamente ricordato una considerazione tratta da uno scritto di Beppe Viola, un commentatore sportivo scomparso da molti anni.
“Ma cosa denunci scemo, che non ci hai neanche gli occhi per piangere e come ti danno una sbirciata ci vai te in questura…”
E difatti basta pazientare una settimana.
A pensarci bene ci hanno messo persino troppo.
Parigi in generale e la sua rete di trasporti in particolare sono da decenni paranoicamente sorvegliati.
La conoscenza del terreno non è un dettaglio. E' una questione di sostanza, tuttavia ignorata dalla preparazione di certe "combattenti", per repellenti che siano le loro intenzioni.
Sicché, questa provincialotta sgomitante e il suo ridicolo tentativo di riprendere visibilità sono finiti nell'unico modo in cui era sicuro che finissero.
Bruciata la credibilità del fenomeno che ha cercato di cavalcare, questa ragazza è attesa da tempi che si annunciano magri. Di qui ad un paio d'anni al massimo potrà forse spacciare a qualche rotocalco di periferia le fotografie della sua maternità. Ammesso che qualcuno la voglia tra i piedi; al mondo esistono ancora contesti normali, in cui epidermide esposta, tatuaggi ed acconciature vistose non costituiscono affatto delle buone credenziali.

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