mercoledì 12 marzo 2014

Casaggì Firenze acquista finalmente maturità e consapevolezza


La passeggiatina giovanile "occidentalista" del 2014 dovrebbe tenersi a Firenze a metà del mese di marzo. Di solito i giovani "occidentalisti" passeggiano tutti insieme con le loro controparti (che per questo potremmo a buon diritto definire passeggiatrici senza che nessuno possa sentirsi offeso) a ridosso della celebrazione della Giornata del Ricordo Imposto per Decreto Legge, una sostanziale autocelebrazione della piagnucolosa e vittimistica weltanschaaung di certo occidentalame politico che cade a febbraio e che quest'anno c'era l'idea di affidare ad uno scricchiolante lavoretto teatrale di un certo Cristicchi.
Del signor Cristicchi ci siamo già occupati e non certo per dirne bene.
La propaganda a disposizione fa concludere che la servitù non attende in quest'occasione alcun personaggio di "rilievo" che la passi in rassegna. Il significato piuttosto ovvio di tante defezioni incassate all'ultimissimo minuto deve finalmente esser stato interiorizzato anche dai più accaniti avversari del principio di realtà. Il nuovo orientamento raziocinante dell'occidentalame fiorentino arriva al punto che Casaggì Firenze dà appuntamento ai propri attivisti per un dopo corteo a base di pasta. Chissà che la prossima convocazione non venga fissata direttamente in una spaghetteria, come da noi più volte auspicato per l'indiscusso beneficio dell'erario e delle persone serie.
Denunciando la presenza di iniziative politiche opposte Casaggi Firenze scrive

 E anche quest'anno, puntuale come sempre, arriva la contromanifestazione della Firenze Antifascista, con tutto il repertorio: i cori per Tito, la bandiera della ex Yugoslavia e quella dell'ex Unione Sovietica; i caschi e i bastoni, le giratine per il centro storico con qualche fumogeno, la musica dei 99 Posse, Stalingrado in ogni città, "fascisti carogne tornate nelle fogne", "fuoco a Casaggì", "nelle foibe c'è ancora posto", a Piazzale Loreto lo stesso, volendo anche nei Gulag, forse nei Laogai, di sicuro al cimitero ("camerata, basco nero").

E noi saremo al nostro posto.

Il che fa pensare che "il posto" di costoro sia effettivamente un incubo distopico fatto di fogne, piazzali di periferia, campi di concentramento e cimiteri.
Della propensione di Casaggì per i cimiteri si è gia preso atto; di quella per certe periferie sordide e scostanti, anche.
In che misura la gioventù "occidentalista" fiorentina frequenti le fogne non sapremmo dire, anche se certe sedi abituali delle iniziative "occidentaliste" ispirerebbero conclusioni stimolanti.
E la realtà quotidiana voluta dall'"occidentalismo" politico, in cui la sorveglianza elettronica è ovunque ed in cui è prassi abituale che per nulla di più serio di un ritardo scolastico scatti l'immediata delazione telematica, fa oggi sembrare impacciata ed innocua la più occhiuta e vessatoria delle polizie politiche.
A parte, va ripetuto l'effetto che la propaganda sulle foibe ha avuto nella città di Firenze: in un contesto in cui l'argomento era pressoché sconosciuto, farne un bastione propagandistico è servito soltanto ad insegnare agli interessati un metodo spiccio, rapido e cruento di liberarsi degli avversari politici.

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