domenica 23 settembre 2012

Repubblica Francese e Stato del Qatar: primi problemi in un idillio?


Abbiamo già avuto occasione di trattare, in maniera brevissima, dello Stato del Qatar.
Il Qatar è un sasso zuppo di petrolio dove un certo Hamad bin Khalifa Al Thani fa l'emiro dopo aver deposto il proprio padre.
L'emiro Al Thani coltiva con cura le amicizie giuste, ha mandato il proprio esercito ad aggredire la Grande Jamahiriya Araba di Libia Popolare e Socialista, finanzia scopertamente (o almeno così dicono, perché i risultati tutt'altro che travolgenti della "insurrezione" darebbero molto da pensare) la guerriglia antigovernativa nella Repubblica Araba di Siria e ha diversificato l'economia acquisendo marchi ed imprese in "Occidente".
Per tutti questi motivi lo Stato del Qatar ha goduto dei favori incondizionati della propaganda "occidentale" e dei rispettivi governi, e così sarà per un futuro indefinito nonostante gli estremi cui attaccarsi per spianare la strada al democracy export fatto con i soliti sistemi ci siano già tutti.
Metro è una gazzetta francese del tipo in distribuzione gratuita. La formula della distribuzione gratuita è stata tentata negli scorsi anni anche nella penisola italiana ed ha portato a colossali fallimenti, la cui colpa è da imputare al fatto che le gazzettine redatte e diffuse secondo questa formula erano puri e semplici ripetitori della propaganda "occidentalista": l'insihurézza, i'ddegràdo, i'ddegràdo e l'insihurézza. Alla vigilia delle scadenze elettorali i non rimpianti fogliettini del gruppo e-polis arrivavano abitualmente a presentare con toni emergenziali immagini che ritraevano qualche incarto di gelato sul lastricato della pubblica via.
Metro invece adotta per qualche motivo una linea editoriale meno scimmiesca che ne ha fino ad oggi assicurato la sopravvivenza economica.
Nel settembre 2012 pubblicava l'articolo riprodotto nell'immagine, che è piuttosto interessante per quanti ricordano la grandiosa visibilità data alla propaganda qatariota nel pieno centro di Parigi neppure un anno prima.
Il denaro del Qatar si fa attendere

Periferie. Dove sono finiti i cinquanta milioni del Qatar? A domandarselo, a distanza di svariati mesi, è l'ANELD (Association nationale des élus locaux pour la diversité). Dopo aver ricevuto gli amministratori locali aderenti all'associazione a Doha lo scorso dicembre, l'emiro del Qatar aveva creato un fondo "in favore di progetti innovativi da realizzare nelle periferie". L'ANELD si era organizzata, aveva proposto progetti a centinaia e nei settori più disparati: trasporto disabili, società informatiche, servizi di manutenzione...
Poi, più nulla. "Ci hanno spiegato che mancava solo da attendere la fine delle consultazioni elettorali, dice Fouad Sari, eletto nelle liste  di Europe Ecologie - Les Verts (EE-LV), ma per tutta l'estate l'ambasciatore non ci ha comunicato alcuna novità".
Gli aderenti all'associazione hanno allora realizzato una petizione, che ha raccolto più di cinquemila firme, ed incontreranno stasera Arnaud Montebourg, ministro per le attività produttive. Secondo alcune fonti, i fondi sarebbero stati sì gestiti "dallo stato" ma anche "integrati". Il ministero ha confermato la riunione, ma non ha voluto fornire alcun dettaglio sulla destinazione di questi fondi. "Discuteremo con gli amministratori locali, ma anche con le autorità qatariote", dicono dal ministero; tutto indica che "sarà importante l'aspetto economico dei progetti".
L'appartenenza comunitaria non conta. Un punto su cui gli amministratori locali vigileranno attentamente. "Vogliamo essere sicuri che da questo investimento trarranno beneficio le aree urbane più disagiate. Ci sono molte speranze riposte in questo -spiega Fouad Sari- non vogliamo che appassiscano. Questo significa che la periferia in sé non è una priorità". Ogni suddivisione sulla base di appartenenze comunitarie è fuori questione. "Saranno soldi che arrivano ad un Romain che abita alla Courneuve, piuttosto che ad un Mohammed che vive nel XVI arrondissement!", afferma reciso Faten Hadri, eletto nell'Essonne nelle liste del Parti Radical.
I qatarioti non sono stati gli unici ad esprimere qualche interesse per le periferie francesi. La Svezia sta per varare un programma, Yump, realizzato per finanziare progetti innovativi.
Negli stessi giorni l'agenzia di stampa della Repubblica Araba di Siria dà notizia di quella che sembra una lunga serie di rovesci inflitta al sedicente "libero esercito siriano".
Il "libero esercito siriano" sta soffrendo una repentina perdita di visibilità mediatica -anche quella affidata in gran parte ad Al Jazeera, la cui sede è in Qatar e che è generosamente sovvenzionata da Al Thani- e secondo i mass media siriani a metà settembre avrebbe in pochi giorni sofferto pesanti perdite umane e la distruzione di oltre settanta pick up armati di mitragliatrice pesante.
Altri finanziamenti in ritardo?

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