domenica 8 gennaio 2012

Roma: escalation nella guerra di Hezbollah a Nello Rega


Qana, Libano del sud. Combattenti Hezbollah ascoltano compunti la rampogna di Nassrallah
per aver nuovamente fallito l'eliminazione di Nello Rega.

Innanzitutto è bene ripetere ancora una volta qualche riga che aiuti ad inquadrare la vicenda.
Scriveva Miguel Martinez, alias Kelebek, il dieci gennaio 2011:
Hezbollah è un noto movimento politico libanese, attualmente impegnato in un conflitto con quattro potenti avversari:
Gli Stati Uniti d’America
Israele
L’Arabia Saudita
Nello Rega, giornalista di Potenza.
Nello Rega ha scritto un libro sull'islam sciita libanese che gli ha fruttato presentazioni pubbliche, inviti a dibattiti e probabilmente anche qualche tollerata intrusione a qualche ricevimento, soprattutto in ambienti "occidentalisti".
Il fatto che certe istanze in materia di Islam siano rudemente finite nel dimenticatoio, riconsegnate all'oblio (dal quale non meritavano certo di uscire) dopo l'insediamento di un "governo tecnico" e davanti agli strepitosi successi delle guerre di aggressione volute dall'AmeriKKKa, non ha impedito ad una nutrita schiera di "occidentalisti" di sesta fila di gratificare Nello Rega delle loro attenzioni. Tra gli ultimi in ordine di tempo i fiorentini Erica Franchi e Samuele Baldini.
Il blog di-wan espone una serie di casi attinenti la materia esprimendo sul loro conto considerazioni che sono assai poco lusinghiere: tutto il post è interessante, dal contenuto dell'invito alla presentazione del "libro" di Nello Rega nella cittadina ad amministrazione "occidentalista" di Adro, alle attestazioni della fine compostezza di modi con cui Nello Rega è solito rispondere a chi gli si presenti davanti dimostrando dosi anche piccole di quell'orribile nemico dell'"occidentalismo" che ha lo spaventoso nome di competenza.
Da "occidentalista" coerente, quando certi metodi non bastano Nello Rega minaccia querele: in "Occidente", ed in AmeriKKKa in particolare, da qualche anno a questa parte hanno preso in blocco il posto delle argomentazioni.
Insomma: il nove gennaio 2011 Nello Rega dichiarava che le minacce ricevute erano "Tutte quante opera di Hezbollah. Me l' hanno giurata per quello che ho scritto e sostengo nel mio libro".
Noi non ci siamo mai permessi di mettere in dubbio le parole di chi si trova in una situazione tanto angosciosa: ci siamo anzi stupiti sul silenzio del mainstream ed abbiamo cercato di avvalerci di fonti autonome ed indipendenti per capire a che punto fosse arrivata la prevedibile presenza di Hezbollah in Basilicata.
Scoprimmo con molto ritardo che di aver posto fiducia nelle persone sbagliate e che Hezbollah non aveva mai neppure pianificato l'invasione della Basilicata.
O almeno così credevamo.
E così credevano evidentemente anche alcuni signori che, in qualità di esponenti della pubblica accusa nell'ordinamento dello stato che occupa la penisola italiana, contestarono a Nello Rega la simulazione di reato.
Il rischio è quello di aver preso un ulteriore abbaglio, perché nella notte del 7 gennaio 2012, esattamente un anno dopo il precedente tentativo, Hezbollah ci ha riprovato.
Sono dunque d'obbligo riflessioni di tutt'altro genere.
Siamo davanti ad un caso del tutto nuovo: un movimento politico e militare noto per le capacità diplomatiche dei suoi leader, che ha lottato vittoriosamente contro le forze di terra, di mare e d'aria dello stato sionista e che non ha mai sparato un colpo fuori dal Libano, decide di uccidere uno di Potenza.
Mica uno di Potenza qualsiasi: uno di Potenza che ha scritto un libro.
Nel far questo, un'organizzazione che può contare su centinaia di veterani della guerra contro i sionisti non trova nulla di meglio da fare che dimostrare una tale maldestraggine da fallire l'obiettivo per più di un anno.
Il che autorizza a pensare che le risorse e gli skills di Nello Rega siano tali da destare l'invidia del Mossad.
Solo che.
Nello stesso articolo della gazzetta romana "Il Messaggero" Nello Rega lamenta anche di essere rimasto senza più scorta.
Rega ha detto che, dal 31 ottobre scorso, giorno della revoca della protezione che gli era stata assegnata proprio dopo lo sparo contro di lui, ha ricevuto altre minacce, in particolare diverse telefonate «mute».
Telefonate "mute".
Nel 2012.
Da parte di Hezbollah.
Non resta che prenderne atto.

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