sabato 21 gennaio 2012

I Mariti delle Foibe: un titolo stabile alla Borsa di Firenze


Firenze. I giovani "occidentalisti" perseverano nella maschia battaglia
in difesa della propria
identità
e delle
radici cristiane della "civiltà occidentale".


Alla politica "occidentalista" va riconosciuto un merito enorme: quello di aver rappresentato nel più fedele dei modi lo stato che occupa la penisola italiana e quanti sono orgogliosi di riconoscervisi.
Ai sudditi dello stato che occupa la penisola italiana si adatterebbero bene gli epiteti che i Cosacchi dello Zaporož'e spedirono a Mehmet IV: da molto tempo gli sguatteri di Babilonia, i carrettieri di Macedonia, i birrai di Gerusalemme, i fottitori di capre di Alessandria, i guardiani di porci dell'Alto e Basso Egitto, i maiali d'Armenia, i ladri infami di Podolia, i tartari, i boia di Kam'janec', i più grandi sciocchi di tutto il mondo e degli inferi, gli idioti davanti al nostro Dio, i nipoti del Serpente e piaghe nel nostro pene, i musi di porco, i fondoschiena di giumenta e i cani di macellaio non potevano contare su formazioni politiche che ne rispecchiassero in modo tanto puntuale i "valori" e la visione del mondo. Di questo, agli "occidentalisti" (specie se giovani) va riconosciuto l'indubitabile merito.
Ogni anno alcuni propagandisti dell'"occidentalismo", cui spettano le generose credenziali che abbiamo riassunto in poche righe, organizzano una passeggiata in compagnia nella città di Firenze, attorno ad un caposaldo della propaganda "occidentalista" di cui abbiamo già avuto modo di occuparci, e non certo per dirne bene: su iononstoconoriana.com e iononstoconoriana.blogspot.com abbiamo raccolto molto materiale in proposito, in cui abbiamo dissotterato in parte le radici abiette e menzognere alla base di questa reiterata operazione propagandistica. Ad esso rimandiamo i nostri lettori, che reputiamo ampiamente in grado di capire anche da soli cosa possa succedere a chi aggredisce manu militari un paese confinante: segnaliamo comunque quanto scrivemmo sulla passeggiata in compagnia dello scorso anno, e sui suoi risultati miserabili e rivelatori.
Nel giro di un anno gli "occidentalisti" fiorentini non sono stati in grado neppure di racimolare "ospiti" dal peso specifico maggiore di quelli presenti nel 2011. In materia di peso specifico non va comunque scartata l'ipotesi che Achille Totaro -ospite fisso a queste rassegne della servitù- non sia riuscito ad ingrassare ulteriormente: il fatto rappresenterebbe l'unico elemento inedito di tutta l'operazione.
Dal momento che nella propaganda "occidentalista" non c'è alcun elemento che non abbiamo già segnalato da anni al disprezzo di chi legge, possiamo evidenziarne col dovuto sarcasmo alcune costanti.
Una di queste costanti possiamo evincerla dai comunicati stampa pubblicati sul comune.fi.it: allagare i mass media è la prima delle best practices insegnate agli "occidentalisti" nelle scuolette di partitello: quello che non viene loro insegnato è che si tratta di una practice dotata di qualche effetto collaterale.
Ed uno di questi effetti collaterali è l'ottima memoria dei nuovi media.
Nel 2000 Achille Totaro, che oltre ad essere grasso è anche di Scandicci, invocava l'intitolazione di una strada ai "martiri delle foibe". E' stato accontentato e l'immagine -di fonte "occidentalista"- che pubblicammo a suo tempo testimonia lo squallore sordido e scostante dell'offa che gli è stata riservata.
Arrivata dopo anni di attesa, anch'essi documentati dai piagnistei a mezzo stampa nella cui produzione gli "occidentalisti" hanno maturato intere professionalità.
Ora, l'intero "Occidente" si dibatte in una crisi economica di cui non si vede la fine e della quale si patiscono le conseguenze da molti anni. Un contesto in cui le certezze rimaste sono pochissime, spesso gelosamente custodite.
Una delle certezze potenzialmente in grado di resistere alla crisi possiamo evincerla proprio scorrendo i comunicati stampa dell'"occidentalismo" fiorentino. Almeno dal 2008, ossia da quattro anni, le quotazioni di quelli che Bianca Maria Giocoli chiamò i Mariti delle Foibe sono stabili: quotato genericamente in migliaia, il titolo si è stabilizzato negli ultimi anni a quota trentamila: una cifra che viene ripetuta a cadenze pressoché regolari da piccolissimi mangiaspaghetti di cui intenerisce soprattutto la perentoria pretesa di venir accolti con serietà e compostezza. E chi sghignazza è un terrorista.
A questo punto è evidente che su questa cifra si spuntano non soltanto le armi di ogni confutazione argomentata -la propaganda è sorda per definizione a questo genere di cose- ma perfino gli strali della crisi economica. Quella di quotare in borsa i Mariti delle Foibe rappresenta dunque una possibilità che gli "occidentalisti" dovrebbero prendere in seria considerazione.

1 commento:

  1. Io penso che sia giusto sapere che le foibe sono esistite, non necessariamente nelle dimensioni raccontate da gentaglia come quella che descrivi.

    Ciò però che la suddetta gentaglia non ci racconta è che le foibe sono state tenute nascoste per mezzo secolo perché:

    1) Gli Stati Uniti non volevano inimicarsi la Jugoslavia, baluardo lautamente finanziato contro l'Unione Sovietica

    2) E' più facile prendersela con i nazisti, specie totalmente estinta nel 1945, che con i comunisti, che comunque rappresentavano un quarto della popolazione italiana. Una strategia di cautela vincente, vista la fine che hanno fatto i suddetti comunisti

    3) L'Italia è riuscita ad attaccare l'Albania, la Grecia, la Jugoslavia, l'Etiopia, la Francia e persino dichiarare guerra agli Stati Uniti, e uscire dalla guerra raccontando al mondo che l'aveva vinta assieme agli Alleati: parlare dei profughi giuliani avrebbe creato qualche problema a questa immagine

    Insomma, non è certo colpa del Mitico Mezzo Secolo di Dominio Comunista in Italia, se non si è parlato delle foibe...

    Comunque, se i Totari Giocoloni vogliono fare qualcosa di nazionalista, potrebbero chiedere la commemorazione delle vittime civili dei bombardamenti alleati, che loro rimuovono con lo stesso accanimento degli antifascisti.

    Miguel Martinez

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