domenica 22 gennaio 2012

"...Chi paga? Eh? Ma chi paga? Chi paga? Chi paga...?"



L'aver toccato un tema ricorrente nella propaganda "occidentalista" come la passeggiatina in compagnia che ogni febbraio è a Firenze occasione per serrare i ranghi e per distribuire ai camerazzi cittadini una macedonia di mezze promesse e di sportulae miserabili invita ad accanirsi su qualcun altro dei pochi e repellenti pilastri su cui gli "occidentalisti" basano la loro comunicazione politica.
L'"occidentalismo" propugna istanze sovvertite, abiette e sataniche in cui la volontà cosciente di perseguire il Male è onnipresente ed ha la menzogna come principale orpello. Nella sovversione "occidentalista" uno dei punti ricorrenti è rappresentato dalla deificazione della merce e dei beni materiali, che nella comunicazione politica fanno capolino all'indomani di ogni manifestazione politica di segno non gradito, comunque siano andate le cose. In termini operazionali, le gazzette "occidentaliste" -e presumibilmente il loro pubblico- considerano un vetro rotto come una questione senza paragoni più grave rispetto alla vita di qualcuno, ed il refrain ordinario nella comunicazione politica dei buoni a nulla dell'elettorato passivo è quella dileggiata nel titolo del post.
Si ha solitamente la sensazione che distruggere l'avversario sotto il peso demenziale di una causa civile milionaria sia la massima aspirazione di questa feccia con la cravatta e che rappresenti, in un certo modo di intendere le cose, il vertice dell'azione politica e l'essenza stessa delle competenze del buon amministratore. Il tutto è coerente con la concezione "occidentalista" del denaro come misura di tutto l'esistente, con l'ottica comune che impone di conoscere il prezzo di ogni cosa ed il valore di nessuna. Istanze come queste, si noti, vengono espresse da ben vestiti che dicono di tenere molto alle "radici cristiane" della loro "civiltà".
Il "chi paga" fa parte della propaganda "occidentalista" da tempo immemorabile, ma non sempre la perentorietà dei toni con cui vengono avanzate certe istanze trova un pubblico condiscendente, supino, muto e rassegnato. Prima che l'attuale involuzione riducesse la consapevolezza politica dei sudditi peninsulari a livelli scimmieschi, le disavventure in cui rischiava di incappare chi battesse con eccessiva insistenza su certi tasti erano molto più frequenti e prendevano la forma di risposte spiacevoli -o addirittura dolorose- sotto ogni aspetto.
Il libro Cuori rossi scritto da Cristiano Armati, riporta questo esempio. L'11 marzo 1977 nella bolognese via Mascarella un gendarme di nome Tramontani, poi velocemente assolto e fatto sparire, sparò contro uno studente di medicina che restò ucciso sul colpo.
Al termine della manifestazione le lacrime versate per Francesco Lorusso non impediscono ai commercianti bolognesi di contabilizzare i danni subìti e di inoltrare al comune -che si fa garante della spesa- una richiesta di risarcimento pari a due miliardi di lire. Colpiti dall'entità della somma, alcuni militanti provano a contabilizzare il costo della devastazione. Calcolatrice alla mano, vengono presi in considerazione tutti gli esercizi danneggiati (per un totale che sfiora le trecento vetrine). Per computare la spesa finale, i materiali vengono valutati prendendo in considerazione i prezzi di mercato e alla mano d'opera vengono applicate tariffe sindacali. Il risultato dell'addizione, clamorosamente, non riesce ad andare oltre i venticinque milioni di lire!
I compagni irridono l'ingordigia dei bottegai finendo per sottovalutare la vera forza di una borghesia capace di speculare su ogni cosa, anche sulla morte.

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