lunedì 12 dicembre 2011

Tommaso Villa: i piccoli incidenti di percorso di un islamofobo da taschino


Tommaso Villa.
Uno dei moltissimi potenziali acquirenti del Colosseo
che l'"occidentalismo" fiorentino non cessa di produrre.


Abbiamo sempre sostenuto, e ne abbiamo spesso portato documentato esempio, che le armi della politica "occidentalista" in tutti i casi in cui non sia direttamente possibile l'utilizzo dell'aggressione militare e della forza pura e semplice sono rappresentate dalla propaganda, dalla delazione e dalla menzogna.
Questo vale, con le debite proporzioni, per ogni livello dell'azione "occidentalista", da quello della geopolitica a quello della rivendita di alcolici dove si parla di dare fuoco agli zingari con lo stesso piglio abituale con cui qualunque suddito della penisola italiana parla dei maccheroni che mangia due volte al giorno. A questo proposito avvenimenti torinesi del dicembre 2011 hanno restituito una certa attualità ad un nostro scritto del maggio di tre anni prima, dimostrando agli "occidentalisti" che la loro propaganda riesce, sia pure in pochi casi, a trovare terreni fertilissimi.
Non sempre le cose vanno in questo modo; l'islamofobia d'accatto sparsa per dieci anni sulla città di Firenze ha prodotto frutti tanto stentati che un processo partecipativo sull'edificazione di una moschea voluto dalla comunità islamica ha destato l'interesse di poche centinaia di persone, venendo per questo immediatamente attaccato dagli "occidentalisti" della politica fiorentina e derubricato a "spreco di denaro pubblico".
Gli unici utilizzi del denaro pubblico esenti da critiche, per gli "occidentalisti", riguardano l'apparato militare e quello repressivo. Anche in questo non c'è nulla di nuovo.
Ora, se l'"occidentalismo" fiorentino, con particolare riferimento al PDL ed alla Lega Nord, non avesse per dieci anni consecutivi costruito la propria credibilità politica ripetendo ecoicamente ogni frenastenia islamofoba che i gazzettieri a libro paga fossero in condizioni di mestruare, la spesa necessaria ad un "percorso partecipativo" non avrebbe avuto alcuna ragione di essere.
Tra gli "occidentalisti" che giorno dopo giorno hanno cercato visibilità mediatica insistendo su questo argomento, figura il Tommaso Villa della eloquente foto in alto, che abbiamo già avuto modo di additare allo scherno di chi legge anche per i criteri tutti particolari che segue di solito per distinguere chi è competente in materia di islamistica da chi non lo è.
Il 12 dicembre 2011 si viene dunque a sapere proprio da una gazzettina "occidentalista" che Tommaso Villa, militante giovanile di una formazione politica che già si distingueva per l'utilizzo abituale della delazione ed accolto in più di un caso in maniera assai colorita dai suoi avversari politici nel corso di qualcuna di quelle operazioni di denigrazione mediatica che costituiscono lo zoccolo duro dell'insegnamento impartito alle scuolette di partito, è riuscito a raccattare un'accusa di falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico.
Insieme a lui Tiberio Corsinovi, Marco Pesciullesi e Giovandomenico Guadagno, che erano delegati del gruppo “Studenti per le libertà-Il popolo del centrodestra” e Marco Conti, Giovanni Gandolfo, Francesco Cioffi e Daniele Grazi che due anni fa erano delegati di Azione Universitaria per la libertà – Centrodestra per l’università.
Firme false, in buona sostanza.
Per elezioni universitarie che finirono così.
Nulla di troppo serio o di troppo impegnativo: la mediocrità degli "occidentalisti" pervade ogni campo dell'essere, e non ha problemi ad intridere di sé anche i capi d'accusa che riescono a collezionare.

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