sabato 9 ottobre 2010

Firenze. Francesco Torselli, Casaggì e l'eclissi dell'"occidentalismo" giovanile



L'otto ottobre un corteo studentesco ha sfilato per Firenze. Qualche spintone, un petardo e un paio di uova sono bastati affinché i gazzettinisti di via Cittadella potessero aprire "Il Giornale della Toscana" del giorno successivo ciarlando de "La scuola della violenza" e sottraendo un paio di pagine ai soliti resoconti sulle tresche della gang manicomiale e sporca in ogni senso che tiene a farsi definire "governo del fare", allo stesso modo in cui una propaganda capace ogni giorno di raggiungere autentiche vette di abiezione vuole essere definita "libera stampa".
Ora, dal 1994 ad oggi lo stato che occupa la penisola italiana è stato per lo più "governato" da forze politiche "occidentaliste" che devono praticamente tutto ad un controllo massmediatico pressoché assoluto. In materia di scuola, i megafoni "occidentalisti" non hanno cessato un solo istante di addossare ogni colpa a "cattocomunisti", "sessantottini" e "cattivi maestri". Le espressioni sono sempre queste: non sapremmo dire con precisione a cosa facciano riferimento perché non abbiamo incontrato un solo "sessantottino", un solo "cattocomunista" od un solo "cattivo maestro" in tutto il nostro cursus studiorum, fatto sta che la propaganda "occidentalista" statuisce l'istruzione pubblica essere in mano ad elementi del genere, considerati fonte di ogni male ed artefici di ogni nequizia. Un po' come certo antisemitismo d'accatto addossa monocordemente agli ebrei in quanto tali la colpa di ogni crisi finanziaria.
Ora, l'"occidentalismo" ha avuto a disposizione quasi vent'anni per realizzare quella formazione basata su "Internet, Inglese ed Impresa" che secondo la campagna elettorale del 2001 doveva fare poco meno che miracoli. Leggendo il titolone del "Giornale della Toscana" dobbiamo concludere che alle tre "I" governative si è sostituita la sola "V".
Un bilancio niente male davvero, se pensiamo che decisioni di portata altrettanto vasta, come partecipare alla pazzesca e demenziale aggressione all'Afghanistan sono state prese e portate a realizzazione letteralmente dalla sera alla mattina.
Altrettanto pazzesche e demenziali sono le reazioni "occidentaliste" ad incidenti di percorso tipo le manifestazioni antigovernative con migliaia di partecipanti o i morti in guerra. Nel primo caso si frigna "chi paga? E chi paga? E chi paga? Ma chi paga?", nel secondo non potendo frignare "chi paga? E chi paga? E chi paga? Ma chi paga?" perché a pagare sono i sudditi dello stato che occupa la penisola italiana, gli stessi che si vorrebbe blandire ogni giorno con circenses sempre più laidi, si apre un fascicolo come per una denuncia per pascolo abusivo. Si lascia cioè intendere che a morire in guerra, secondo il folle copione usato dagli "occidentalisti" per cacciarsi in una situazione dalla quale sono usciti sconfitti l'impero britannico prima e quello sovietico poi, spetta sempre e solo alle "vittime collaterali" delle armi che qualcuno teleguida comodamente spaparanzato chissà dove. Il ridicolo mescolato non soltanto al tragico, ma ad una tragedia e ad una sconfitta volute e cercate con ogni mezzo, come la storia dello stato che occupa la penisola italiana avrebbe insegnato a chiunque si fosse preso la briga di studiarla. Chissà che anche i responsabili di quelle forze armate non siano rimasti vittime dell'impreparazione e della faziosità abitualmente attribuite alla "scuola sessantottina".

Ci sono contesti in cui le profezie si realizzano. Basta attendere, e a volte neppure troppo.
Un paio di anni fa, con il ritorno degli "occidentalisti" a far finta di sovrintendere alla prosperità dei sudditi, considerammo che per le organizzazioni giovanili "occidentaliste" in prima fila nel contestare il ministro della pubblica istruzione non si sarebbe aperto un bel periodo. Per qualche anno alcuni fannulloni riuscirono a far oltremodo sovrarappresentare mediaticamente l'importanza dell'"occidentalismo" politico giovanile, accogliendo chiassosamente e con le bandiere bene in vista i politici invisi nelle loro uscite pubbliche. L'operazione seguiva linee precise e pianificate, e col cambio dell'esecutivo la pratica è cessata all'istante, al pari dell'importanza che la visibilità "giovanile" ha in termini di portata elettorale.
L'"occidentalismo" giovanile fiorentino si è dunque trovato da una parte davanti all'operato di un ministro che ha fatto sembrare acqua fresca i provvedimenti del suo predecessore, e dall'altra a dover operare in un ambiente di scoperta ed assoluta ostilità. Intanto il principale partito "occidentalista" del governo peninsulare ha trascorso almeno quattro mesi in lotte a coltello, scissioni, litigi e ripicche che ne hanno colliquato la base e fatto letteralmente scomparire la maggior parte delle sedi.
Sull'irritante cornice di "antagonismo filogovernativo" in cui operano gli "occidentalisti" giovani (in certi ambienti non è considerato disdicevole fare il "dirigente giovanile" anche a quarant'anni compiuti) ci siamo già pronunciati in più di un caso. Adesso, dentro questo "antagonismo filogovernativo" gli tocca far rientrare la propaganda necessaria a giustificare l'operato del ministro che hanno contribuito ad eleggere.
La cosa si presenta piuttosto difficile perché com'era prevedibile le già scarne formazioni giovanili hanno subìto un'imponente emorragia di militanti e perso l'appeal conquistato con la propaganda; gli spazi fisici per l'agibilità politica sono vicini a zero e i giovani "occidentalisti" hanno un'influenza politica ai minimi termini. La "vittoria elettorale" universitaria ottenuta pochi mesi fa nelle elezioni di un negletto e disprezzato organo di "rappresentanza nazionale" li ha anche bollati col marchio violentemente impopolare della istituzionalizzazione, per quanti "amici" possano raccattare sulla repellente autoschedatura di massa costituita da Facebook e dalle altre "reti sociali".
L'assidua ricerca di visibilità su internet e sui mass media tradizionali, ottenuta allagando il web di contenuti e le agenzie di comunicati, costituisce un rimedio parziale e precario, destinato a reggere fino al primo che dice ad alta voce che il re è nudo.
A Francesco Torselli, consigliere comunale fiorentino, ideatore e responsabile della conventicola "occidentalista" Casaggì, la cosa è successa proprio all'indomani della manifestazione studentesca dell'otto ottobre 2010, quando il suo attivismo telematico gli ha fruttato un brusco richiamo alla realtà ad opera di qualcuno che, da qualche mese a questa parte, si è preso la briga di cominciare a fargli il verso mettendo in piedi la parodia di uno degli svariati blog che farebbero capo alla sua persona.
A commento di una foto che ritrae un tale dall'aspetto piuttosto allucinato, i parodisti esprimono sul conto di Francesco Torselli una serie di considerazioni piuttosto fondate, alcune delle quali fanno non troppo velato riferimento ad una certa distruttiva abitudine che la vox populi asserisce essere molto diffusa in ambienti "occidentalisti".
Ogni tanto un esamino di coscienza non farebbe nemmen troppo male, si sostiene. Di nostro abbiamo aggiunto che

"...Non farebbe male neppure qualche commento ancora più impietoso. Tanto per dirne una, pare che il "non conformismo" di simili "ribelli" non arrivi neppure a tollerare la presenza del signore dai lunghi capelli bianchi, ripreso a torso nudo nel video pubblicato sul blog del sedicente "centro sociale di destra".
Un signore che è da almeno vent'anni una presenza stabile delle manifestazioni fiorentine e che ha una di quelle fisionomie che paiono non risentire affatto del tempo che passa.
Il contesto peninsulare ricorda non poco una spaghetteria di provincia in cui si smercino anche videocassette pornografiche ed immagini di Padre Pio, intanto che nel retro si affittano camere ad ore a marmaglia in canottiera.
Chi si trova a suo agio in un postribolo come questo non trova nulla di strano nell'esistenza di una realtà ossimorica come l'"antagonismo filogovernativo" ostentare il quale procura suffragi e gettoni.
Si noti poi, tra l'altro, la passione per il "Bogside" e per una "causa irlandese" in cui il ricorso alla lotta armata è parte non secondaria della pratica politica.
Uno che milita in un "partito" per il quale basta il lancio di qualche uovo affinché la racaglia giornalaia a libro paga (autentica incarnazione di che cosa sia nella sua essenza la "civiltà occidentale" con tutte le sue "radici cristiane") si metta a strepitare di "terrorismo" dovrebbe avere almeno il buon gusto di mettere in sottordine certe passioni personali.
Miguel Gullermo Martinez Ball, un interprete e traduttore la cui penna è bene non sfidare, si occupò di Casaggì qualche tempo fa, esprimendo considerazioni estremamente concise e dolorose.
In sintesi:

Concetto uno, le parole: il blog di Casaggì commemora:

"Tre anni fa l'eroico martirio di Saddam Hussein".

Concetto due, i fatti: il blog di Casaggì invita:

Casaggì e Azione Giovani sono in prima linea per cambiare colore a Firenze. Nelle prossime elezioni amministrative del 7 giugno la destra giovanile ha scelto di schierarsi con Giovanni Galli e il centro-destra fiorentino racchiuso ne "Il Popolo della Libertà".


Che in italiano forbito, si chiama presa in giro. E pure con la corda di un impiccato.

Messo davanti a considerazioni simili, chiunque avesse un minimo di rispetto per se stesso e per i sudditi che intenderebbe governare cambierebbe fulmineamente mestiere e aspirazioni. Ma il rispetto di se stessi o di chiunque altro, così come la competenza o il disinteresse, sono concetti che l'elettorato passivo del "paese" dove si mangiano maccaruna c'a'pummarola 'n coppa considera, giustamente, alieni. D'altronde non è gente piovuta dalla luna, anche se potrebbe sembrarlo, ma un prodotto dell'età contemporanea e della spirale involutiva imboccata da almeno vent'anni ed incoraggiata con ogni mezzo proprio da coloro che dovrebbero per lo meno far finta di cercare di arrestarla.

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