mercoledì 24 marzo 2010

Firenze: una sera di marzo n'i'ddegrado, senza sihurezza...


I'ddegrado e la sihurezza. Due refrain costanti della propaganda politica "occidentalista" che i lettori di questo blog dovrebbero conoscere bene, insieme alla libertà e allo strepitoso conio recente dell'amore che vince sull'odio con cui il primo partito "occidentalista" della penisola ha mobilitato (con poco successo, dicono) manutengoli e claque.
I centri sociali fiorentini che frequentiamo con estrema assiduità rappresentano uno dei migliori esempi per illustrare la profondissima e probabilmente irreversibile voragine che esiste tra la realtà quotidiana e quella imposta ai sudditi da fogliettisti e politicame assortito. Si tratta di ambienti dalla storia pluridecennale in cui si fanno miracoli con zero soldi e molto impegno, assolutamente refrattari ad una realtà quotidiana che imporrebbe come unico comportamento accettabile l'ossequio untuoso nei confronti di chi crede di comandare, pena il linciaggio in prima pagina.
Nel corso degli ultimi dieci anni almeno, un gazzettaio "occidentalista" che ogni giorno giudica in seduta unica, stritola e distrugge intere esistenze per i nobili motivi dell'audience, della pubblicità e della tiratura ha potuto fidare nell'impunità più completa -ed in questo ci piacerebbe un giorno venire a sapere di quanto fallaci siano certe presunte garanzie- per spalare tonnellate di fango non soltanto contro queste organizzazioni, ma più in generale contro qualunque aspetto della vita sociale e quotidiana che non si traduca in un passaggio di denaro da chi ne ha poco a chi ne ha molto. In questa tutt'altro che santa battaglia non c'è nessuno che possa dirsi al sicuro, dallo squat all'oratorio, dall'artista di strada al prete di campagna; la scampano solo le realtà più ammanicate con la spazzatura umana mossa dal denaro che rappresenta la quintessenza dell'"Occidente" contemporaneo. Gli assist forniti dal gazzettame ai micropolitici di quartiere hanno permesso loro in infinite occasioni di dare prova di quella disumanità consustanziale alla weltanschauung "occidentalista" che abbiamo più volte indicato al disprezzo di chi legge.
Proprio realtà come quella della politica di piazza e dell'autogestione sono un buon indice di come la realtà quotidiana sia ogni giorno, e da anni, diversa e spesso opposta a quella rappresentata dai gazzettieri. Nei giorni in cui l'amore vinceva sull'odio ci è capitato di incontrare, ad una proiezione cinematografica tenutasi in un centro sociale di Firenze, due persone di nostra conoscenza.
Una che anni fa ci era nota per la propensione agli abiti di buona fattura e per la vita brillante ci ha confidato che l'impresa di cui è titolare (si noti il profilo socioeconomico che fa letteralmente a pugni con la vulgata "occidentalista" sui frequentatori di certi luoghi) e che un tempo gli garantiva cinque-seimila euro di introiti mensili, adesso gliene garantisce tra i millequattrocento e i milleseicento. Con una famiglia da mantenere. "Fortuna che ai tempi quei soldi li ho usati per comprare casa, altrimenti... Le vedi queste scarpe? Dieci euro, le ho pagate!".
Un'altra ha una storia di imprenditrice figlia di imprenditori. Stritolate da una crisi che non data certo ad oggi le attività di famiglia, adesso fa la commessa part time in un negozio dove c'è bisogno di lei per tre giorni la settimana. In una famiglia di quattro persone, ad oggi, il suo è l'unico reddito. Ha una sorella con tre figli che vive in un paese montano e che riesce a sfangarla solo rivolgendosi ad istituzioni caritatevoli cristiane che nel corso degli ultimi anni hanno visto decuplicare il numero delle persone che bussano alla loro porta.
Un peggioramento dei redditi e della qualità della vita in cui fare piani a lungo termine è semplicemente ridicolo. Una generazione educata in un clima arrivista ed ambizioso di cui in pochi avevano colto l'irresponsabilità demenziale si trova oggi a fare letteralmente i conti per il pane, e a scoprire assolutamente distruttiva la forma mentis che mass media e classe politica continuano imperterriti ad imporre come l'unica scevra dall'essere guardata con sospetto dalla sezione politica della gendarmeria. Una forma mentis che oggi mostra tutti i suoi risvolti di cattiveria inutile e piccina, in una realtà in cui classi sociali intere si sono fatte sottrarre con faciloneria ridanciana armi sindacali, culturali e politiche che erano costate il sangue a generazioni di lavoratori.
Detto in altre parole, nella Firenze del 2010 la realtà quotidiana è quella di un clima da assalto ai forni. Uno stato di cose che rende il mondo dipinto dai pennaioli e dai politicanti ancora più lunare di quanto non sia già per proprio conto.

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